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Dischi // Febbraio 2010

Dischi // Febbraio 2010
27 Febbraio 2010 Rocco Rossitto

Captain Mantell // Rest in Space
Un disco di musica elettronica che suona pop e punk al contempo. Una porcheria? No, affatto. Loro sono un trio Veneto, conosciuto nel giro dell’elettronica tanto da suonare in festival importanti e sul palco con i Chemical o i Mouse on Mars, per intenderci. Suonano molto retro per alcune cose, pur essendo ultra contemporanei. Ci si trovano dentro situazioni più tirate e altre più “melodiche”. Ma già al primo ascolto ti stroncano. Grandiosi!

Trioclit // Ti tiro un pugno nel muso
Ascoltandolo tutto d’un fiato, alla fine ti viene normale: “ma era un proprio necessario ascoltare questo disco?” In tutta franchezza la risposta è “no”. Ma se ci si mantiene sempre e solamente su ciò che è necessario si resta abbastanza immobili. Dunque le scommesse vanno premiate, per il rischio e lo sforzo di chi le commette. A costo di non farsi piacere: qualcosa di buono comunque la troverete. Importante: il disco lo potete ascoltare qui: rockit.it/album/12500/trioclit-ti-tiro-un-pugno-sul-muso

Kalweit and the Spokes // Around the edges
Nella nota di stampa che accompagna l’uscita di Kalweit and the Spokes c’è una frase alla fine che riassume un po’ il disco, e dopo averlo ascoltato senza leggere nulla, trovarla lì è un bene. “Around the edges è ispirato ai colori e agli odori della terra del Salento e ai deserti dell’American South West”, c’è scritto. Questa immagine rende bene il suono di questo lavoro che in punta di piedi saltella tra un certo blues e folk, tra sonorità più rock morbide, comode, senza grandi aculei. Dunque alla voce Georgeanne Kalweit da Minneapolis, agli strumenti due italiani Leziero Rescigno e Giovanni Calella, con alle spalle numerose collaborazioni con gruppi italiani quali La Crus, Delta V, il buon Vinicio e altri ancora.

Canemorto // St
Nel premio De Andre’ 2008 Canemorto vinse le categorie Miglior Canzone d’Autore e Miglio Interprete. Questo è un fatto. Poi c’è questo disco, in uscita a marzo che non è un facile ascolto. Perché la musica italiana con pretese cantautorali è un sfida: per chi la fa e per chi la ascolta. Va dunque masticato per essere apprezzato e non è detto che piaccia a tutti. Non è forse neanche questa la sua volonta’.