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Gabriele ‘Asbesto’ Zaverio. Legno e silicio.

Gabriele ‘Asbesto’ Zaverio. Legno e silicio.
3 Aprile 2010 Rocco Rossitto

(Palazzolo Acreide  -Siracusa) Il laboratorio di Gabriele Zaverio è proprio come ci si immagina il laboratorio di un informatico “free”: un grande tavolone pieno zeppo di attrezzi, parti di computer, hard disck e soprattutto tanti fili che si intrecciano. Alle spalle e dove c’è posto oggetti vecchi e libri, tanti libri. Se a questo aggiungi che Asbesto, con questo nick è conosciuto in rete, ha unito unito la passione per il mondo dell’informatica e dell’elettronica al legno, il quadretto viene fuori. Nel suo sito, zaverio.org, il tutto è documentato con dovizia di particolari e documentazione fotografica. Ci troviamo nel centro storico di Palazzolo Acredide in provincia di Siracusa e lo spazio è un vecchio “dammuso”, con il tetto a volta e al catasto risulta già agli inizi del ‘600.

Dunque? “Tutto è iniziato intorno a 1997 o forse già il ’98 – racconta Asbesto. Il merito va al romanzo di fantascienza di Neal Stephenson, Snow Crash, in cui i computer erano descritti non più di plastica. La gente si era stancata di avere i computer di plastica e dunque ad esempio avevano i tasti in osso, in avorio, i case erano fatti di sabbia pressata, bellissimi da vedere”. A quel punto il passaggio è stato quasi automatico: “Allora non avevo un portatile e decisi quindi di torgliere il metallo che avevo nel case del mio computer fisso. Feci delle stecche di legno smontabili in tutti i pezzi, ogni spinetta era fatta per reggere un pezzo e quindi c’era un incastro. Era un lego di pezzi di legno. Ho messo dei simboli nelle varie facce, credendo di aver trovato la soluzione per poterlo rimontare, ma niente, è stato un macello. Poi l’ho comunque smontato e rimontato mettendoci due ore circa.

Gabriele fa il consulente informatico ed elettronico e questo del legno nei pc è per lui solo un hobby, poiché per realizzare le sue “creature” ci vuole molto tempo e soprattutto molta passione. E non sempre il tutto è quantificabile in denaro. In rete Gabriele è molto conosciuto: insieme ad altri ragazzi è, ad esempio, il fondatore del Freaknet Medialab, laboratorio di informatica autogestito e di Radiocybernet la prima radio on line italiana a trasmettere in rete. Da un po’ si è trasferito a Palazzolo, dove con altri “smanettoni” come lui ha messo su il Museo dell’Informatica Funzionante e il Poetry Hacklab Palazzolo.

Qui organizzano anche un happening dal titolo “Troppo Caffè Poco Cervello”. Sentendolo parlare e raccontare di piallature, cere d’api e di legno di rosmarino essicato al sole trasuda coinvolgente la volontà di accostare al freddo del silicio il caldo e il calore del legno come un esigenza, una spinta ad umanizzare le macchine. Con l’avvento dei computer portatili la sfida successiva fu quella del “legnatile”. La parola inventata da Gabriele è una semplice ed efficace crasi di due parole: legno e portatile: “Il legnatile – spiega Asbesto – è un portatile di legno, un gioco di parole, in italiano rende bene l’idea. In inglese è stato citato così”.

Il suo primo “legnatile” è nato per necessità: “mi fu regalato un portatile smontato – racconta – quindi mancava il case, c’era solo la parte interna elettronica, lo schermo e altri pezzi. Siamo intorno al 2000-2001, mi sono messo a fare il case, come se fosse modellismo o liuteria, quindi piccoli pezzetti, agganciando la scheda madre, alloggiamenti per le viti, micro spessori, poi ho fatto il coperchio e fine. Beh, detto così sembra facile ma ci ho messo circa 4 mesi”. Il legno usato non è mai comprato, ma recuperato: ha una storia dietro. Quello per il primo legnatile, ad esempio, è di una vecchia cassetta di vino che fu regalata ai genitori di Gabriele circa 30 anni prima. E poi ci sono le chiavette usb, piccolissime e molto eleganti: frutto di una pianta di rosmarino molto robusta nata di fronte al Poetry Lab.

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Il servizio, con foto, in edicola fino a fine aprile 2010, sul mensile I LOVE SICILIA.