Genocide  - The End--. . -. --- -.-. .. -.. .

La parola è corpo e condanna, memoria e resa



Art. II
Nella presente Convenzione, per genocidio si intende ciascuno degli atti seguenti, commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, come tale:

  • uccisione di membri del gruppo;
  • lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo;
  • il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale;
  • misure miranti a impedire nascite all’interno del gruppo;
  • trasferimento forzato di fanciulli da un gruppo ad un altro.Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio – Nazioni Unite, 1948

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In mare aperto, sul respiro delle onde in movimento, la parola genocidio scorre come titoli di coda. Una alla volta, in tutte le lingue parlate ufficialmente nei 193 Stati membri delle Nazioni Unite e nei 2 Stati osservatori permanenti, la Palestina e lo Stato della Città del Vaticano.

Inglese, Arabo, Ebraico, Italiano, Armeno, Khmer, Kinyarwanda, Bosniaco, Francese, Hindi, Berbero (Tamazight), Urdu, Birmano, Curdo, Tamil, Swahili, Vietnamita, Amarico, Hausa, Spagnolo, Cinese (Mandarino), Tedesco, Giapponese, Portoghese, Russo, Olandese, Bengalese, Indonesiano, Turco, Persiano, Coreano, Polacco, Filippino, Rumeno, Ucraino, Afrikaans, Azero, Bielorusso, Bislama, Danese, Finlandese, Greco, Islandese, Irlandese, Kazako, Kirghiso, Norvegese, Quechua, Albanese, Bulgaro, Catalano, Ceco, Chichewa / Chewa / Nyanja, Comoriano (Shikomori), Creolo haitiano, Croato, Dhivehi / Divehi, Dzongkha, Estone, Fijiano, Georgiano, Gilbertese, Guarani, Kirundi, Laotiano, Lettone, Lituano, Lussemburghese, Macedone, Malagasy, Malese, Maltese, Maori, Mongolo, Montenegrino, Nepalese, Pashtu, Samoano, Sango, Serbo, Sesotho, Setswana, Shona, Singalese / Sinhala, Slovacco, Sloveno, Somalo, Svedese, Tagico, Tetum, Thai, Tigrino, Tongano, Turkmeno, Tuvaluano, Ungherese e Uzbeco.

97 lingue annunciano la fine dell’umanità che si è compiuta a Gaza e che si compie ogni qual volta un genocidio prende forma attraverso la deliberata distruzione di un popolo, di un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. Attraverso l’uccisione o la fame, attraverso l’oppressione e una sistematica violenza fisica e psicologica.

Mentre la sequenza avanza, ogni parola si tinge dei colori della bandiera palestinese: rosso, bianco, nero e verde, evocando il sangue che scorre, la perdita, la cancellazione. A Gaza e in tutta la Palestina l’umanità si è persa, ancora una volta.

Il video è muto, ma non silenzioso. In sottofondo, la parola genocide viene trasmessa in alfabeto Morse: un linguaggio di emergenza, di confine, un ultimo tentativo di comunicazione prima dell’abisso.

Genocide – The End –. . -. — -.-. .. -.. . è una riflessione sulla fine di ciò che consideriamo umano; del linguaggio come strumento di comunicazione; del pianeta Terra come ambiente in cui vivere.

Il genocidio non è solo l’annientamento di un popolo: è la disattivazione della nostra capacità di riconoscerci umani, la distruzione lenta di ogni possibilità di futuro condiviso.

Le lingue ufficiali dei Paesi membri delle Nazioni Unite sono l’emblema del fallimento delle strutture sovranazionali che avrebbero dovuto preservare la pace e che invece si ritrovano svuotate di forza e di senso. Viviamo nel tempo in cui la legge del più forte — militarmente, economicamente, culturalmente — è l’unica legge che regola i rapporti umani e i rapporti tra gli Stati.

Viviamo il fallimento e le contraddizioni di un mondo neoliberista, in cui le disuguaglianze e le ingiustizie plasmano la forma del vivere globale. La nostra ricchezza si fonda sulla povertà altrui, la libertà di pochi sulla dipendenza dei molti, il benessere di una parte di mondo sullo sfruttamento silenzioso di chi resta invisibile.

La parola genocidio diventa un linguaggio comune, una grammatica condivisa della distruzione fisica e morale, che riguarda anche il nostro pianeta, eroso e depredato senza alcuno sguardo rivolto al futuro.

In questo lavoro, la parola è corpo e condanna, memoria e resa.
Un elenco che scorre come una marea: 77 lemmi in 97 lingue per raccontare la stessa sconfitta.

L’umanità è alla fine, dobbiamo solo prenderne atto.

Rocco Rossitto, Enrico Gisana

Video installazione, 2025
Durata: 60 secondi
Formato: video 16:9
Audio: codice Morse, Genocide,–. . -. — -.-. .. -.. .

Genocide – The End –. . -. — -.-. .. -.. . è una video installazione realizzata da Rocco Rossitto ed Enrico Gisana, prodotta per la quinta edizione di Micros • un festival piccolissimo. 

Micros mette al centro del suo agire la dimensione ridotta come abilitatrice di scambi, connessioni e relazioni forti.

Micros – un festival piccolissimo è aperiodico, multidisciplinare, diffuso.

  • La prima edizione ha preso la forma di un talk di prossimità.
  • La seconda edizione è stata una mostra fotografica composta da una sola foto spedita per posta.
  • La terza un podcast breve sul concetto di fine attraverso la lettura delle ultime righe di un libro.
  • La quarta un momento in cui interagire con lo spazio circostante e col proprio io attraverso 10 frammenti di specchi.

Rocco Rossitto
Ha avuto quarant’anni, ma poi ha smesso. Al lavoro di advisor e consulente di comunicazione freelance affianca interventi in convegni di settore, in corsi di formazione, in master universitari. Insegna Storia e Teoria dei Nuovi Media presso Abadir, Accademia di Design e Comunicazione Visiva a Catania. Dal 2014 cura “Una cosa al giorno”, una newsletter che stimola il piacere della scoperta casuale ed è tra le più longeve in Italia. Nel 2023 ha creato micros – un festival piccolissimo. Nel 2024 ha creato il generatore casuale di link e una mappa fantastica per persone curiose. Nel 2023 ha pubblicato Perdersi in Rete e nel 2024 Dire qualcosa non vuol dire avere qualcosa da dire, per Apogeo/Feltrinelli.

Enrico Gisana
Creative director, graphic e motion designer, con una particolare attenzione per la tipografia.
Nel 2013 termina gli studi in Graphic Design presso lo IED di Milano e inizia a collaborare con diverse agenzie.
Nel 2014 torna in Sicilia, dove risiede e lavora tutt’oggi.
Nel 2019, 2022 e 2025 viene selezionato con alcuni dei suoi lavori di animazione per il DEMO Festival, evento organizzato da Studio Dumbar e incentrato sulla motion graphic.
Tra il 2017 e il 2025 tiene diversi workshop di grafica e motion design presso varie università e accademie italiane, tra cui Abadir, Accademia di Belle Arti di Frosinone, Accademia di Belle Arti di Roma, Bauer e UNIRSM.
Dal 2020 ricopre il ruolo di docente di Motion Design presso l’Accademia di Design e Comunicazione Visiva Abadir a Catania.
Nel 2021, insieme a Francesca, fonda GG−OFFICE, agenzia di graphic e motion design con sede a Modica, in Sicilia.
Nel 2022 viene pubblicato su Slanted Magazine n°40 (EXPERIMENTAL TYPE) con TYPEXCEL VARIABLE FONT, un progetto ideato per un workshop di tipografia rivolto agli studenti delle scuole superiori e sviluppato interamente attraverso l’utilizzo di un foglio di calcolo Excel.
Dal 2025 tiene il corso di Type in Motion presso Bauer, a Milano.