“Lo sviluppo di una coscienza digitale di classe non è solamente un esercizio retorico, ma una necessità.”

Valerio Bassan – Riavviare il sistema


Internet s’è rotta perché il mondo è in rotta

Leggendo Riavviare il sistema. Come abbiamo rotto Internet e perché tocca a noi riaggiustarla* quel che appare nitido e cristallino è che Internet è rotta perché il mondo è in rotta, perché il modello di società in cui viviamo non funziona più ed è pieno di bug sistemici.

In questo saggio, che si legge con con molto gusto e voracità, si ritrova “una storia dell’Internet” dagli inizi ai giorni nostri raccontata con una lucidità e una prosa invidiabili. Soprattutto con episodi cruciali che nel tempo sono stati dimenticati o ai più sconosciuti. Fondamentale quindi la lettura per chi vuole saperne dell’acqua in cui naviga.

Valerio Bassan, con un grande lavoro di ricerca, rende sempre più evidente come Internet sia il Luminol* della nostra società: i mali che svela sono identici a quelli che la affliggono.

Scrive l’autore a pagina 224:

“Privatizzazione, commercializzazione, piattaformizzazione, deumanizzazione e gentifricazione sono fenomeni stratificati difficili da fermare, anche perché si alimentano a vicenda. Più che di una medicina efficiente, il paziente necessità di un approccio terapeutico funzionale; il suo processo di guarigione sarà tanto più efficace quanto più sapremo prenderci cura non dei suoi specifici “mali”, ma dei problemi ecosistemi che permettono a questi mali di prosperare e riprodursi nel tempo”


Tre domande a Valerio Bassan

Il libro è pieno di aneddoti legati alla storia di Internet. Ci dici a quale sei più legato e perché?

I 392 criceti danzanti caricati da una studentessa su una pagina di Geocities nata per scherzo, che diedero vita ai concetti di “traffico” e “viralità”. Quell’episodio scatenò una delle prime guerre commerciali di Internet, basata sulla pubblicità e sulla monetizzazione della nostra attenzione, che videro coinvolti strani personaggi: imprenditori di giocattoli, producer di musica elettronica, giornalisti. In quella vicenda c’era – in nuce – gran parte della storia di come si sarebbe evoluta Internet nei vent’anni successivi.

Per aggiustare Internet tu indichi una serie di azioni macro (regolamentazioni) e micro (scelte e comportamenti personali): il parallelo tra “aggiustare Internet e “aggiustare” la società in cui viviamo mi pare evidente. Io sono abbastanza pessimista, mi indichi qualche segnale concreto di cambiamento in atto che possa farmi ricredere?

Le recentissime legislazioni europee – tra cui DSA e DMA – sono un passo storico che, per la prima volta, mette le piattaforme davanti alla necessità di essere scrutinate e di doversi trasformare per rispettare le regole. Il riconoscimento ufficiale dei metodi con cui queste grandi corporazioni tecnologiche affossano la competizione e utilizzano meccanismi a elevata opacità sistemica per rendere sempre più alti i propri profitti è il primo fondamentale passo per rendere Internet nuovamente “abitabile”. E poi penso che siamo agli albori di un periodo di declino dei social abbastanza imponente, in cui le nuove generazioni avranno un ruolo importante nel portare una nuova consapevolezza e nuovi strumenti.

Se tu avessi il potere di fare “una cosa” in concreto, per “riavviare il sistema” quale sarebbe?

Fonderei un movimento di protesta per riappropriarci di Internet e rivendicare il fatto che sia un nostro diritto universale, e che non dovrebbe essere gestito da aziende private! Scherzi a parte – ma non troppo – credo sia fondamentale tornare a uno sviluppo della rete come bene comune, e non come un centro commerciale il cui principale obiettivo è estrarre valore dai nostri dati e dai nostri comportamenti online. Internet deve essere accessibile a tutti e protetto da censure e disuguaglianze.

 


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