La Biennale di Venezia

GREEN HOUSE

Green House è il progetto collettivo delle artiste-curatrici Mónica de Miranda, Sónia Vaz Borges e Vânia Gala, che rappresenta il Portogallo alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia visitabile gratuitamente fino al 24 novembre 2024 al Palazzo Cavalli Franchetti  di Venezia.

Un rigoglioso “giardino creolo” prende vita con con un rimando diretto agli appezzamenti coltivati dagli schiavi come forma di resistenza e sopravvivenza. Un tripudio di biodiversità e vegetazione lussureggiante, il “giardino creolo” si erge come un luogo di dialogo, possibilità e molteplicità.

Entrati nel piano dedicato all’esposizione ci si immerge in mille varietà di verde che ben si fonda con il legno dell’arredamento pre-esistente. L’effetto di trovare delle piccole foreste dentro le stanze è straniante: un polmone che da respiro alla diversità e apre le porte alle possibilità di convivenza.

Mónica de Miranda, Creole Garden, 2024, inkjet print on cotton paper, 120×80
cm, © Mónica de Miranda, Courtesy of the artist

La narrazione visiva di questo progetto propone una possibile rigenerazione dello spazio del giardino, uno spazio per incontri e riflessioni sul passato, sul presente e sul futuro. GREENHOUSE propone la creazione di un archivio vivente basato sulla creazione di uno spazio collettivo, sullo sviluppo di una scuola e su azioni performative all’interno di un giardino in costante crescita. Questo spazio crea tempi futuri, dove gli incontri tra artisti, pubblico e comunità sono immaginati come uno spazio di fantasia e immaginazione di nuove storie e fabulazioni critiche. Basandosi sull’idea che la liberazione può essere pensata solo come un progetto continuo e realizzato collettivamente, e che l’arte è il terreno in cui è consentita la libertà assoluta, GREENHOUSE intreccia varie connessioni rizomatiche tra molteplici attori – dal team artistico, al pubblico, allo stesso suolo e piante che fanno parte dell’“oggetto-spazio” proposto come luogo di azione. In questo progetto, l’opera non è un oggetto di proprietà privata e intellettuale, ma piuttosto un oggetto collettivo che funziona come spazio di condivisione, interazione e produzione di conoscenza tra i vari stranieri che compongono le comunità emarginate del Portogallo. Ma anche della scena artistica contemporanea internazionale. Intrecciamo varie connessioni con l’obiettivo di trasformare la soggettività contemporanea – impegnati in processi di disapprendimento delle relazioni di potere ereditate, ma anche nel processo di creazione di nuove connessioni tra le comunità e con la terra stessa.

Mónica de Miranda, Sónia Vaz Borges e Vânia Gala

Un giro per la Green House